lunedì 1 dicembre 2008

Io perdo, tu perdi

Ricordo le mie prime cotte, totalmente perso per una ragazza che mi sembrava una dea. E lei che fa? Mi respinge! Inaudito! Naturalmente, io stavo da cani e cosa facevo per tirarmi un pò su? Quello che fanno un pò tutti, cioè cercavo di buttare giù lei. I suoi splendidi occhi azzurri diventavano da pesce lesso, le gambe ora erano storte, le puzzava il fiato ed aveva anche qualche cenno di cellulite...
Sono certo di non parlare solo per me. La verità era che stavo malissimo e l'unico modo che conoscevo per illudermi di stare meglio era impallinare mentalmente l'altra. Il mio dolore non stava nel fatto che mi avesse respinto, ma cosa mi dicevo in proposito, cioè che ero inadeguato, che nessuna donna si sarebbe interessata a me, ecc. Io ero un perdente e quindi, ai miei occhi, doveva diventare perdente anche lei... Anziché cercare di capire come migliorare e diventare migliore (per me, prima ancora che per lei), rafforzavo il mio lato perdente, confermando la mia bassa autostima, rifacendomi su di lei.
Purtroppo, molta gente fa lo stesso sbaglio quando non si sente a posto. Occorre rompere questo schema, cercando il meglio in se stessi e negli altri.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ciao Ale, mi ricorda tanto il gioco dei prigionieri che è stato il primo psicotest in cui mi sono riconosciuta. Abbaciotti Marina

Alessandro Carli ha detto...

Ciao Marina... questo test mi dice qualcosa, ma non riesco a fare mente locale. Ti è possibile descriverlo in poche parole? Abbraccioti anch'io, Ale