venerdì 19 dicembre 2008

Ottimisti vs Pessimisti

E’ da sempre guerra fra queste due grandi fazioni dell’umanità: i pessimisti, che vedono sempre tutto nero; e gli ottimisti che al contrario vedono tutto rosa... Ah, e poi ci sono i cosiddetti realisti, che altri non sono che pessimisti con il bisogno di giustificarsi. Ma alla fine, chi ha ragione?
Nessuno!
Dire che le cose andranno bene è sbagliato quanto dire che andranno male. Le cose non vanno: le cose sono! Le diverse situazioni non devono prendere una certa piega, non devono evolversi in un modo o nell’altro. Le situazioni sono solo ed unicamente quelle che stai vivendo ed avere un atteggiamento positivo non significa sperare che vadano bene, bensì cogliere all’istante ciò che di buono, di positivo e di costruttivo presentano.
Siamo in una crisi. I pessimisti dicono che durerà anni. Gli ottimisti dicono che è solo questione di mesi. Il positivo, invece, si chiede quali vantaggi può trarre da questa situazione per se stesso e gli altri, ORA!

giovedì 18 dicembre 2008

Mettiti sotto pressione

Ti piace essere messo sotto pressione? Solitamente, a nessuno piace. Eppure, se guardi la storia della tua vita, ti renderai conto che quei pochi o tanti obiettivi che hai raggiunto, li hai raggiunti perché ti sei trovato sotto pressione, solitamente da parte di altri (capi, clienti, moglie, ecc.).
La pressione va bene, benissimo, ma quando è causata da altri o dalle circostanze, alla lunga diventa stressante e tu rimani con solo due scelte: l’esaurimento nervoso o la rinuncia. Siccome, però, non amiamo la pressione, tendiamo a procrastinare, fino a quando non ci troviamo a dover rimediare all’ultimo minuto o, peggio, non ci lasciamo scappare l’opportunità.
Ma che controllo abbiamo, così, della nostra vita? Dobbiamo imparare a porci obiettivi più “ambiziosi”, con delle scadenze che sfidano la nostra area di conforto e quindi tenere il passo.
Metterci costantemente sotto pressione è l’unico modo per ottenere ciò che vogliamo veramente.

Parla come pensi

Non so se ci hai mai fatto caso, ma com’è che pensi? Nel preciso istante in cui hai letto questa domanda, cos’ha iniziato a fare la tua mente? Esatto, ha cominciato a porsi a sua volta la domanda internamente ed il tuo sistema di credo si è attivato per dare una risposta in funzione del database disponibile. Per dirla in altre parole, hai attivato una comunicazione interna.
Ora, se pensare è comunicare, cosa succede quando comunichiamo con gli altri? Attiviamo un pensiero, ma un pensiero sociale, con la sola differenza che anziché esserci un solo cervello coinvolto, il tuo, ce ne sono almeno due, con almeno due sistemi di credo al lavoro... Riesci ad intuirne il potenziale?
E’ questa la forza della comunicazione e, al tempo stesso, la sua debolezza. Così come puoi debilitare la tua mente con un dialogo interno negativo, allo stesso modo puoi annullare gli enormi benefici di una sinergia che attivi attraverso il pensiero sociale per colpa di una comunicazione negativa ed egocentrica.
La vera domanda è: come posso usare la comunicazione per attivare un pensiero sociale creativo?

mercoledì 10 dicembre 2008

Scegli la via di mezzo

Il cambiamento ti colloca solitamente in uno di due stati mentali. Se hai scarso controllo sul cambiamento, è facile che ti ritrovi in uno stato di ansia (che può arrivare fino al panico); se hai troppo controllo, è probabile che tu viva in uno stato di stagnazione. Nessuno di questi due stati, però, favorisce la tua crescita, che è ciò a cui serve il cambiamento.
Lo stato di crescita è una fascia di tensione che si trova a cavallo tra gli stati d'ansia e di stagnazione ed è possibile solamente quando sei tu a provocare il cambiamento. Così, ti trovi comunque a sfondare la tua area di conforto, senza però mai provare ansia, poiché tu crei gli eventi.
Qual è quella cosa che sai di dover cambiare oggi? Qualcosa che non ti sia troppo facile fare, ma che comunque non ti crei ansia... In questo modo cominci ad assumere il controllo della tua vita.

martedì 9 dicembre 2008

Differénziati!

La vendita è molto cambiata negli ultimi dieci-venti anni. Oggi, più delle solite tecniche di vendita può fare la capacità del venditore di creare un forte impatto, affinché la persona si ricordi di lui.
Gli antichi lo avevano già intuito e c'era un famoso filosofo greco (non so se Socrate o Platone o Aristotele) che quando voleva assicurarsi che un suo allievo si ricordasse di una cosa importante, dopo averla detta gli mollava uno sganassone. Credimi: difficile dimenticarsene!
Certo, oggi non possiamo emulare i nostri vecchi saggi, ma possiamo lo stesso creare un impatto, dare uno sganassone "mentale", attraverso un'arma straordinaria: il contrasto. In altre parole, devi differenziarti da tutti gli altri.
Come ti distingui dagli altri venditori, soprattutto tuoi concorrenti? Di te, del tuo prodotto/servizio, dell'azienda che rappresenti... cosa c'è di unico ed esclusivo? Trova quel qualcosa, quell'unico fattore che fa la differenza e la tua vendita prenderà pieghe inaspettate.

venerdì 5 dicembre 2008

Perché cerchi quello che hai già?

Tutte le persone cercano il successo e chi dice che a lui/lei il successo non interessa sta mentendo spudoratamente. Ma hai notato che le persone di successo sono quelle che continuano ad avere successo e chi non riesce ad averlo continua a fallire?
Questo ci dice che il successo si costruisce sul successo, ma giustamente ti chiederai: "Come si fa, allora, ad avere successo se non lo si è mai avuto prima?" E qui sta l'errore! Noi siamo già persone di successo: siamo riusciti a nascere, a crescere, affrontiamo ostacoli tutti i giorni, ci ammaliamo e guariamo, alleviamo figli e centinaia di altre cose... Cosa ti fa pensare che sia scontato tutto questo? Come fai a produrre successo se ti senti inadeguato e povero?
Oggi ti propongo un esercizio mentale difficilissimo: soffermati su almeno tre cose che fai bene, o che sono difficili da fare, ma che tu hai fatto e che fino ad oggi hai preso per scontato. Ce ne sono decine, ma io te ne chiedo solo tre. Fanne tesoro e gioisci . Poi domani trovane altre tre (non le stesse) e poi ancora tre per una decina di giorni. Ti assicuro che non penserai più a cercare il successo: tutt'al più a rafforzarlo!

giovedì 4 dicembre 2008

Obiettivi etici

Come vedi, parlo molto di etica e non solo perché è un argomento che mi affascina, ma perché sono fermamente convinto che una vita senza etica sia inutile e dannosa per se stessi. Certo, di gente senza scrupoli e che persegue anche obiettivi discutibili ce n'è molta e devi capire se vuoi far parte di quella schiera. Se è così, ciò che ho da dire non ti interesserà.
Io sono convinto che l'uomo sia un essere fondamentalmente etico e fa molta fatica ad agire contro questa sua natura. Certo, le opportunità che può offrire un'occasione "sporca" sono spesso allettanti, ma nel lungo termine non pagano mai. Non perché il crimine non paga, di per sé, ma perché inconsciamente le persone si autosabotano e si mettono nelle condizioni di fallire nelle loro imprese per espiare i loro misfatti.
Se hai degli obiettivi, assicurati che siano etici. Non ti preoccupare di quanto tempo o di quanta fatica dovrai fare per raggiungerlo. I risultati veri si vedono sempre nella distanza

mercoledì 3 dicembre 2008

Non cedere!

La riflessione di oggi parte da una situazione che una mia cara amica sta vivendo. ma che credo riguardi molti e cioè: scegliere di lavorare ad ogni costo, magari anche in perdita, o avere il coraggio di rifiutare un lavoro se le condizioni sono svantaggiose?
Questo sarà un dilemma sempre più frequente, in questo periodo di crisi, ma per quanto mi riguarda, non ho dubbi: non cedere al ricatto! Nella newsletter mensile che hai ricevuto, hai visto che per il 2009, ho alzato tutti i prezzi. Credo nel mio lavoro e so quali benefici ne possono avere le persone, ad ogni livello: perché dovrei essere sottopagato? Devi credere nel tuo lavoro e se sei disposto a svenderlo, come pensi che lo valuterà il tuo cliente?
Se il cliente vuole abbassare il prezzo (e lo fa sempre, per default, anche se lavori gratis!), resta sulla tua posizione, oppure contratta, chiedi sempre una contropartita: non deve mai pensare che sei disposto a calare le braghe, altrimenti per te è finita e, cosa ancora più importante, alla fine lui si sentirà insicuro con te e, paradossalmente, non comprerà (non da te, almeno).
Le leggi della prosperità sono chiare: alla fine, non è mai una questione di prezzo, ma di sicurezza.

martedì 2 dicembre 2008

Promuovere l'abbondanza

Come può un leader guidare altre persone se è imprigionato nelle spire della scarsità? Se è il primo a lamentarsi, a vedere tutto nero, a non voler correre dei rischi...? Tutti siamo capaci di pensare in termini di scarsità, ma da un leader ci si deve aspettare qualcosa di più!
E, a proposito, questa messa a punto riguarda te, non i nostri politici o i nostri capi. La leadership è uno stile di vita, il solo che può renderla efficace; ma se non è improntato all'abbondanza, a cosa serve?
Come tendi a vedere la realtà che stai vivendo? Qual è l'area nella quale ti senti scarso/a : la professione, nei rapporti intimi, con gli amici, nella tua cultura, nel tuo fisico...? Identificala e potenziala: tu puoi fare la differenza per te stesso/a e le persone che ti sono vicine, in ogni ambito.

lunedì 1 dicembre 2008

Io perdo, tu perdi

Ricordo le mie prime cotte, totalmente perso per una ragazza che mi sembrava una dea. E lei che fa? Mi respinge! Inaudito! Naturalmente, io stavo da cani e cosa facevo per tirarmi un pò su? Quello che fanno un pò tutti, cioè cercavo di buttare giù lei. I suoi splendidi occhi azzurri diventavano da pesce lesso, le gambe ora erano storte, le puzzava il fiato ed aveva anche qualche cenno di cellulite...
Sono certo di non parlare solo per me. La verità era che stavo malissimo e l'unico modo che conoscevo per illudermi di stare meglio era impallinare mentalmente l'altra. Il mio dolore non stava nel fatto che mi avesse respinto, ma cosa mi dicevo in proposito, cioè che ero inadeguato, che nessuna donna si sarebbe interessata a me, ecc. Io ero un perdente e quindi, ai miei occhi, doveva diventare perdente anche lei... Anziché cercare di capire come migliorare e diventare migliore (per me, prima ancora che per lei), rafforzavo il mio lato perdente, confermando la mia bassa autostima, rifacendomi su di lei.
Purtroppo, molta gente fa lo stesso sbaglio quando non si sente a posto. Occorre rompere questo schema, cercando il meglio in se stessi e negli altri.