mercoledì 19 novembre 2008

Perseverare, non ostinarsi

Riporto di seguito un breve commento di una lettrice a proposito di una messa a punto che diceva di insistere quando si presentano gli ostacoli.
"Ho letto la nota quotidiana sugli obiettivi, come il solito l'ho trovata interessante e vera, però non avevo mai considerato il fatto di insistere se lo sforzo appare eccessivo. Devo pensarci su..."
Siccome offre uno spunto interessante, voglio condividere con te la mia risposta:
Non ti so dire perché, ma pare proprio che un modo sicuro per sapere se stai perseguendo l'obiettivo giusto è verificare che non sia troppo facile, anzi. Forse avrai sentito parlare di Randy Pausch, quel professore americano morto di cancro qualche mese fa. Ha passato l'ultimo anno della sua vita in giro per le Università americane a dare lezioni di vita (è anche uscito un suo libro postumo e comunque ci sono bei filmati su internet, su Youtube, su questi seminari, anche con traduzione in italiano: vale la pena dare un'occhiata). Bene, Pausch diceva che gli ostacoli hanno un loro scopo preciso: sono lì per aiutarci a capire quanto sia veramente per noi importante il nostro obiettivo!
Concordo in pieno!
Ma forse il tuo dubbio è un altro: come faccio a distinguere tra perseveranza e ostinazione? Dico bene? Entrambi si focalizzano sull'obiettivo, ma l'approccio è diverso. L'ostinato insiste su un'unica strategia: naturalmente, se la strategia è sbagliata, continuerà ad ottenere sempre gli stessi risultati negativi e sta perdendo tempo. Il perseverante, invece, è disponibile a cambiare strategia quando non ottiene i risultati sperati. Quando ti poni un obiettivo, devi solo accertarti di due cose per sapere se vale la pena perseguirlo: che sia frutto di un profondo desiderio e che sia etico. Accertato questo, vai, procedi con un senso di fede e di certezza: presto le difficoltà spariranno.

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