mercoledì 22 ottobre 2008

La gente vuole dolore: e tu daglielo!

Ti dico subito che questa è una delle "messe a punto" più ciniche che abbia mai scritto e che mai scriverò, ma va anche detto che non è colpa mia se le persone sono fatte così. Se ne può solo prendere atto e paradossalmente usarlo proprio per aiutarle.
Secondo te, perché credi che le persone cerchino di comportarsi bene: perché vogliono andare in paradiso o perché non vogliono andare all'inferno? Eh già, la prospettiva del dolore provoca sicuramente una risposta più forte della prospettiva del piacere e questo ci rende estremamente vulnerabili nei confronti di disonesti e truffatori, ma possiamo sfruttare questo meccanismo mentale, che risale all'inizio dei tempi, per far sì che le persone agiscano per il loro vantaggio... a patto, naturalmente, che le nostre intenzioni siano etiche.
Solitamente, che si tratti di vendere o di proporre qualcosa che richieda che il nostro interlocutore esca dalla sua area di conforto, abbiamo sempre una reazione, da parte sua, tesa a difendere la sua posizione. Egli ha paura di perdere qualcosa, che si tratti di soldi, di una situazione vantaggiosa, di un privilegio, uno status, ecc. Quando è così, cercare di convincerlo che questo non succederà o che addirittura ne avrà un beneficio, non sortisce solitamente gli effetti desiderati, perché la prospettiva del dolore è più forte. Cosa fare, dunque?
Semplice: dagli più dolore di quanto non possa sopportare. Non cercare di convincerlo che starà bene se farà o se acquisterà, ma cerca di fargli capire quanto starà male se NON farà quello che gli stai proponendo. Lui si identificherà col dolore e farà di tutto per evitarlo.

2 commenti:

Raffaele Ciruolo ha detto...

Non sempre il dolore è una leva più forte del piacere: secondo la PNL (programmazione neurolinguistica) coloro che hanno il metaprogramma "VERSO" sono più motivati nel perseguire il piacere, mentre chi ha il metaprogramma "LONTANO DA" (o "via da") tende ad evitare un dolore temuto.

Alessandro Carli ha detto...

Quello che dice Raffaele è vero. Solo che qui andiamo ancora più in profondità dei metaprogrammi, perché andiamo a toccare la parte del cervello più antica, che è sensibile soprattutto al dolore. Anche chi ha il metaprogramma VERSO, messo davanti ad una situazione piacevole, ma che potrebbe comportare delle conseguenze potenzialmente rischiose o dolorose, molto probabilmente desisterebbe.